E nel frattempo…la laguna di Venezia parte 1

19 Agosto, 2024

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Ormai la quotidianità a Marina di Ravenna comincia a starci un po' stretta: tra il vicinato forzato con i vicini di pontile e la mucillagine che ci fa desistere dal goderci appieno il mare non vediamo l'ora di partire per la nostra prima vera crociera.
Avevamo anticipato la nostra idea di andare alle Tremiti passato agosto, ma confrontandoci con varie persone abbiamo cominciato a cambiare programma e probabilmente sarà Croazia: è bello anche avere la libertà di fare e disfare i nostri programmi man mano che raccogliamo informazioni.
Ciò non toglie che non vogliamo aspettare settembre senza fare nulla e avevamo già da un po' in mente di provare ad esplorare la laguna veneta dalla prospettiva del mare. Come tutti, abbiamo visitato Venezia più volte ma sempre con l'approccio di gente di terra: si arriva col treno o la macchina, tutt'al più si prende un vaporetto per il solito giro delle isole più caratteristiche e poi si torna a casa.
Sono già 10 giorni che siamo in laguna e devo ammettere che la dimensione che collega Venezia e le sue innumerevoli isole al mare ci è molto più chiara: tutto è dettato dall'incessante alternarsi delle maree e le sue correnti che plasmano un paesaggio che preserva ancora ampie sacche di natura selvaggia e incontaminata, raramente apprezzabili con i tour turistici mordi e fuggi.

Ma andiamo con ordine: partenza da Marina di Ravenna alle prime luci dell'alba di lunedì 5 agosto. Il meteo prevede poco vento e mare calmo e siamo pronti ad affrontare lunghi tratti a motore. In realtà le previsioni vengono prontamente disattese: iniziamo la navigazione sfruttando una piacevole brezza di terra con 8-10 nodi di vento apparente che ci permettono delle buone velocità. Poi al traverso di porto Garibaldi incontriamo una perturbazione che porta venti con raffiche fino a 16/18 nodi che è esattamente il limite della nostra barca per portare tutta la tela. Il mare è abbastanza formato e il mal di mare ha la meglio su Melani che non aveva dormito bene la notte precedente. Porto la barca da solo e in un certo senso è anche divertente: facciamo delle belle surfate a 7,5 nodi giù per le onde ma è pur sempre una bolina stretta (andatura che terremo per tutto il trasferimento) e il periodo delle onde abbastanza corto quindi la barca a tratti sbatte e perde buona parte della sua velocità. Avrei potuto allargare un po' di più l'andatura ma avrebbe significato molte più virate da fare da solo tra segnali di pericolo per le secche create dal Po e le cozzare: va bene così.
Poi passata la punta di Porto Tolle troviamo condizioni più allineate con le previsioni: di lì in poi andiamo a motore fino alla nostra prima meta dopo poco più di 12 ore di navigazione: Chioggia.

Per poter navigare in laguna con una barca non immatricolata come la nostra è necessario richiedere una targa temporanea. Inoltre nella foto si vede anche il piccolo motore fuoribordo che abbiamo comprato di seconda mano per il nostro tender.

Partenza all'alba con le piattoforme petrolifere sullo sfondo.


Dopo un po' di peripezie troviamo posto nel marina di San Felice, situato proprio dietro all'omonima fortificazione a difesa del canale che collega il mare Adriatico alla laguna. Oltre alla bocca di porto di Chioggia la laguna ha accesso al mare attraverso la bocca di Malamocco e la bocca del Lido: attraverso questi 3 canali avviene tutto lo scambio delle acque tra laguna e mare ad ogni marea. È facile immaginare che le correnti in questi canali possano essere importanti.
Rimaniamo 3 giorni, necessari per riprenderci e visitare la bellissima Chioggia: come ogni altro centro abitato della laguna è chiara la personalità caratteristica del posto ma anche il filo conduttore che crea quell'unicum che sono gli insediamenti della Laguna di Venezia.
Quello che più ci colpisce, al di là della stupenda architettura, è la sensazione di trovarci in un posto che è ancora vissuto, in cui il turismo è presente ma non al punto da soffocare quello che è il tessuto sociale del posto: i canali sono affollati di barchini di gente che li usa per lavoro, per spostarsi e per svago.
Grazie alle nostre bici riusciamo a girarla in lungo e in largo: al di là dei canali, ci sono infatti strade e piste ciclabili. Ci sembrava di essere in una piccola Venezia con anche macchine e autobus.
Il secondo giorno ci raggiungono i genitori di Melani e passiamo la giornata camminando insieme tra le calli di Chioggia, mangiando un ottimo pranzo di pesce in una osteria e chiacchierando nel pozzetto di Lilith prima del loro rientro.
Poco dopo la loro partenza ci accorgiamo di un fronte che si avvicina velocemente da ovest: appena il tempo di preparare la barca e rinforzare gli ormeggi che veniamo colti da raffiche di 40 nodi al traverso. La barca si inclina e viene lavata dagli schizzi alzati dalle ripide onde della laguna e trasportati dagli ululati del vento: sembra di essere in navigazione. Una volta tranquilli di essere al sicuro ammiriamo lo spettacolo.
Il terzo giorno lo dedichiamo a fare un po' di cambusa, riempire i serbatoi dell'acqua, espletare le pratiche col porto e prepararci alla partenza per la prossima tappa: l'isola di Poveglia.

Di seguito alcune foto di Chioggia:

And in the meantime...the Venice lagoon - Part 1

19 Aug, 2024

By now, the everyday life in Marina di Ravenna is starting to get a little boring for us: between the enforced neighborhood with the pier neighbors and the algae overgrowth we mentioned on the previous posts that makes us desist from fully enjoying the sea, we can't wait to leave for our first real cruise.
We had anticipated our idea of going to the Tremiti islands in September, but after talking to various people, we have begun to change plans and we will probably head to Croatia: it feels nice to have the freedom to make and unmake our plans as we gather information.
Nevertheless, we don't want to wait until September without doing anything, and we have been planning for a while now to try to explore the Venetian lagoon from the perspective of the sea. Like everyone else, we have visited Venice several times but always with the approach of landlubbers: you arrive by train or car, at most take a vaporetto for the usual tour of the most characteristic islands and then return home.
We have already been in the lagoon for 10 days, and I must admit that the dimension that connects Venice and its countless islands to the sea is much clearer to us: everything is dictated by the incessant alternation of the tides and its currents that shape a landscape that still preserves large pockets of wild and unspoiled nature rarely appreciable with hit-and-run tourist tours.

But let's start from the beginning: we departed from Marina di Ravenna at the first light of Monday, August 5. The weather forecast predicted little wind and calm seas, and we were ready to face long stretches of motoring. In reality, the forecast was promptly disregarded: we started sailing taking advantage of a pleasant land breeze with 8-10 knots of apparent wind that allowed us to reach a good speed. Then, at the crossing of Porto Garibaldi, we encountered a weather system that brought us winds gusting up to 16/18 knots which is exactly the limit for full sails for our boat. The waves got bigger and the seasickness got the better of Melani, who had not slept well the night before. I had to sail the boat alone and it was kind of fun: we surfed down the waves nicely at 7.5 knots, but it was a close hauled sail and the wave period was quite short, so it was slamming evey now and then and the boat was loosing much of its speed on the waves. I could have sailed with a greater angle to the wind, but it would have meant a lot more tacking to do on my own between danger signals for the shallows created by the river Po and the mussel farms.
Past the tip of Porto Tolle, we found conditions more in line with the forecast: from there on we motored to Chioggia, our first destination after a little more than 12 hours of sailing.

In order to sail in the Venice lagoon, you need to request a temporary plate. We also bought a small used outboard for our dinghy.

Departure at dawn.

After a bit of wandering, we found a place in the marina of San Felice, located just behind the homonymous fortification defending the channel that connects the Adriatic Sea to the lagoon. In addition to the Chioggia inlet, the lagoon has access to the sea through the Malamocco inlet and the Lido inlet: the whole exchange of water between the lagoon and the sea takes place through these three channels at every tide. It is easy to imagine that currents in these channels can be important.
We stayed 3 days, to recover and to visit the beautiful Chioggia: like every other town in the lagoon, the characteristic flavour of the place is clear but also the common thread that creates the unicum that are the settlements of the Venice Lagoon.
What stroke us most, beyond the stunning architecture, was the feeling of being in a place that is still lived in, where tourism is present but not to the point of stifling what is the social fabric of the place: the canals are crowded with little boats that locals use for work, to get around, and for recreation.
Thanks to our bikes, we managed to explore the city far and wide: beyond the canals, there are in fact roads and bike lanes. We felt like we were in a small Venice but also with cars and buses.
On the second day, we were joined by Melani's parents and we spent the day walking together through the calli of Chioggia. We had an excellent fish lunch at an osteria and we spent the afternoon chatting in Lilith's cockpit before they drove back home.
Shortly after their departure, we became aware of a front fast approaching from the West: just enough time to prepare the boat and reinforce the moorings that we were caught in 40-knot gusts to the beam. The boat was tilting and beng washed by splashes raised by the steep waves of the lagoon and carried by the howls of the wind: it felt like sailing. Once reassured that we were safe, we admired the spectacle of the storm.
We devote the third day to grocery shopping, filling the water tanks, completing the paperwork with the port and preparing for departure for the next stop: the island of Poveglia.

Here you are some pictures of Chioggia: